La maestra del Kansas Pamela Ricard ha recentemente attirato l’attenzione per la sua decisa presa di posizione a favore dei pronomi preferiti da uno studente.
Suscitando una discussione sulle convinzioni religiose, l’identità di genere e i diritti degli studenti.
Ricard, educatrice alla Fort Riley Middle School, è stata informata da un consulente scolastico che uno studente desiderava essere chiamato con un nome diverso e utilizzare i pronomi lui/lui.
Nonostante fosse biologicamente di sesso femminile, Ricard ha cercato un compromesso chiamando lo studente con “Signor [cognome legale/iscritto]”.
Tuttavia, l’assenza di una politica chiara sulla questione ha portato a una reprimenda e a una sospensione di tre giorni per Ricard ai sensi delle politiche generiche del distretto scolastico relative al bullismo da parte dei dipendenti.
Al suo ritorno, è stata introdotta una nuova politica che impone al personale di utilizzare i pronomi richiesti.
Nonostante questo cambiamento di politica, Ricard ha intrapreso azioni legali, citando un conflitto con le sue convinzioni religiose.
In un’udienza federale a maggio, le è stato assegnato un risarcimento di $95.000.
Questo risultato le consente di comunicare con i genitori in modo coerente con le sue convinzioni religiose e di astenersi dall’utilizzare pronomi che divergono dai sessi biologici degli studenti.
Inoltre, il tribunale si è pronunciato contro la politica del distretto di non divulgare ai genitori i nomi e i pronomi preferiti dagli studenti, garantendo ai genitori l’accesso a informazioni accurate sui loro figli.
Purtroppo, il distretto scolastico è rimasto in silenzio sul risarcimento e mancano aggiornamenti sulle politiche esistenti.
Questo caso sottolinea l’importanza di stabilire politiche e linee guida chiare nelle scuole per affrontare questioni delicate.
Il modo in cui il distretto scolastico ha gestito questo caso invita a riflettere sulle complessità che circondano le convinzioni religiose, l’identità di genere e i diritti degli studenti di esprimere il proprio sé autentico.
Sottolinea la necessità di ambienti inclusivi e di supporto all’interno delle istituzioni educative. Continuiamo il dialogo e cerchiamo di comprendere e accettare nelle nostre scuole.